Il prezzo del carburante diminuisce, ma non per tutti

Il taglio delle accise indetto dal Governo, infatti, secondo quanto prevede il Decreto-legge del 21 marzo, bloccherà temporaneamente le specifiche aliquote ridotte di cui gli Autotrasporti beneficiano

Nelle ultime settimane, a causa della guerra scoppiata in Ucraina, il prezzo del carburante, benzina e gasolio, è salito alle stelle, superando il record storico del 1976. La verde, nella scorsa settimana, aveva raggiunto la cifra record, in modalità self, di 2,137 euro al litro e il gasolio di 2,122 euro al litro.

Pochi giorni fa, però, il Governo ha preso una decisone. È stato approvato il provvedimento che prevede specifiche misure contro il caro energia. Un decreto dal valore complessivo di 4,4 miliardi di euro che include anche un intervento per frenare la corsa al caro benzina.

Molti sono rimasti soddisfatti dal Decreto Legge n.21, del 21 marzo 2022, rinominato “Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina”. Ma il mondo degli autotrasporti, ancora una volta, si ritrova a dover fronteggiare diminuzioni da un lato e sospensione di agevolazioni economiche dall’altra.

Vediamo nel dettaglio le specifiche sull’argomento.

Cosa prevede il Decreto Legge del 21 marzo 2022?

 Secondo i provvedimenti pubblicati in Gazzetta Ufficiale, lo sconto per il carburante è pari a 25 centesimi al litro + IVA al 22%. Il risparmio totale, quindi, ammonterebbe a 30,5 centesimi.

Per quanto concerne il GPL, invece, la riduzione delle accise dovrebbe ammontare a 8,5 centesimi che, se sommato all’IVA, arriva a un risparmio di 10,37 centesimi.

Si tratta comunque di un provvedimento di taglio delle accise temporaneo. La sua durata, infatti, è stata stabilita per un totale di 30 giorni. Poco? Può essere.

Il prezzo del carburante per gli autotrasportatori

Prezzo del carburante: gli svantaggi del Decreto per il settore degli autotrasporti

Il nuovo Decreto poteva sembrare un vantaggio ottimale e una risoluzione totale ai problemi dei costi relativi al caro benzina. Non è esattamente così. Leggendo fra le righe del decreto, si denota ben altro e gli svantaggi per il settore degli autotrasporti risultano essere comunque significativi.

Di fatto, l’articolo 1 del provvedimento prevede che per un periodo di 30 giorni (dal 22 marzo al 20 aprile 2022), l’accisa applicata sul gasolio verrà ridotta da 617,40 euro a 367,40 euro per mille litri.

Come spiegato nei paragrafi precedenti, si registrerà un calo del prezzo del gasolio di 25 centesimi di euro/litro, più la relativa IVA.

Ma attenzione, c’è un dettaglio da non tralasciare. In questo intervallo di tempo sarà impossibile recuperare il differenziale delle accise, quello pari a 214,20 euro per mille litri di prodotto, poiché la nuova aliquota è più bassa di quella prevista per il gasolio commerciale, pari a 403 euro per mille litri di gasolio.

La stessa ADM, Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli, in una sua circolare tiene a precisare:

“Di rilievo la previsione di cui al comma 3 dell’art. 1 del decreto legge n. 21/2022 che per il periodo di vigenza delle sopraindicate riduzioni d’accisa, allo scopo di non pregiudicarne gli effetti sui prodotti energetici impiegati, ha statuito per gli esercenti trasporto di merci e trasporto di persone (art. 24-ter del TUA) nonché gli esercenti servizio di taxi (punto 12 della Tabella A allegata al TUA) la disapplicazione delle specifiche aliquote ridotte di cui ordinariamente beneficiano in quanto meno favorevoli”.

Anche l’ANITA commenta il prezzo del carburante

Sulla vicenda, non poteva non schierarsi l’ANITA, Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici. Essa ha dichiarato di ritenere “insostenibile tale paradosso”, richiedendo un incontro urgente con la Viceministra Teresa Bellanova. L’obiettivo? Una rapidissima attuazione dell’art.17 del Decreto Legge 21/2022, relativa allo stanziamento di 500 milioni di euro, destinati a calmierare il prezzo del gasolio.

“La traduzione pratica del taglio delle accise – si legge nella nota inviata da ANITA – sta avendo impatti devastanti poiché, per tali imprese, esso si traduce in un beneficio pari a poco più di 3,5 centesimi di euro al litro, favorendo di fatto i veicoli maggiormente inquinanti (da euro 0 a euro IV) e causando danni irreversibili sul mercato”.

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